Di gran lunga la gemma più usata e richiesta per un gioiello, deve il suo nome alla parola greca antica “Adámas” che significa invincibile, indomabile, indistruttibile. La derivazione del nome si riflette nella straordinaria durezza del materiale, il più duro sulla faccia della terra, scalfibile solo da un altro diamante. Proprio per questa sua caratteristica al diamante è sempre stato associato il significato di eternità ed è per tale motivo che viene utilizzato per segnare le occasioni importanti della vita come nascita, fidanzamento, matrimonio e anniversari.
Il Gemological Institute of America (GIA) ha sviluppato, nel 1953, il primo standard accettato a livello globale per descrivere i diamanti, valutandone 4 caratteristiche: COLOR (colore), CLARITY (purezza), CUT (taglio) e CARAT WEIGHT (peso in carati).
Oggi, le 4C del diamante sono il linguaggio universale per valutare la qualità di qualsiasi diamante, in ogni parte del mondo.
Un diamante viene classificato per determinare la sua relativa assenza di colore in base alla scala dei colori che va da D (incolore) a Z (giallo chiaro o marrone).
GIA assegna un grado di colore confrontando ogni diamante con un set master in un ambiente di illuminazione e osservazione altamente controllato.
La variazione di colore rappresenta un elemento fondamentale del diamante e, dato che in natura il colore più comune è il marrone-giallo chiaro, più un diamante è incolore, più il suo valore e la sua rarità sono elevati. Anche se molti diamanti possono apparire incolori a un occhio inesperto, molte pietre possiedono una colorazione che tende leggermente al giallo o al marrone. Anche la più piccola sfumatura di colore può far variare in maniera significativa il valore di un diamante.
Parametro che tiene conto delle caratteristiche interne (inclusioni) e delle caratteristiche superficiali (imperfezioni) di un diamante osservato ad ingrandimento 10X.
Numero, posizione, tipo, colore e presenza di inclusioni interne e aspetti esterni di un diamante determinano il livello di purezza. Il diamante possiede il grado massimo di purezza se non presenta alcuna inclusione o imperfezione visibile a un ingrandimento 10x.
Esistono pochissimi diamanti del tutto privi di imperfezioni: la maggior parte dei diamanti possiede inclusioni naturali che sono invisibili a occhio nudo e non ne precludono la bellezza.
Parametro che si riferisce alle proporzioni di taglio, non alla forma. Il taglio aumenta la capacità del diamante di catturare e riflettere la luce per rivelare tutto il suo splendore e la sua brillantezza. Per raggiungere la perfezione, il tagliatore di diamanti applica magistralmente precise formule e proporzioni per definire ogni sfaccettatura e angolo della pietra. Per ottenere un aspetto generale armonico, la stessa attenzione viene data alla simmetria, alla lucidatura e alle proporzioni del diamante tagliato. In questo modo il diamante diviene un autentico specchio di dispersione luminosa, acquisendo una brillantezza e un valore massimi. Il taglio è classificato su una scala da Eccellente a Scadente ed incorpora parametri quali la brillantezza, il fuoco, la scintillazione, la lucentezza e la simmetria della pietra. Il grado di qualità di taglio è valutato solo per i diamanti taglio brillante rotondo che rientrano nella gamma di colori da D a Z.
Il carato è l’unità di misura del peso di un diamante. La dimensione di un diamante può aumentarne valore e rarità, tuttavia il suo prestigio non è lo stesso se questa caratteristica non è accompagnata da una buona gradazione di colore e di purezza e da un taglio dalle proporzioni adeguate. Due pietre con il medesimo peso in carati possono avere un valore molto differente in base alle altre caratteristiche che lo compongono. Tuttavia è chiaro che la dimensione influisce sul valore di un diamante poiché le pietre grandi sono più rare di quelle piccole.
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